1910 – 1914
Il Palazzo della Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS), oggi adibito a sede dell’Hotel Hilton di Trieste, si erge come uno dei più significativi capolavori del tardo eclettismo europeo, fungendo da testimonianza tangibile del fervore urbanistico e del prestigio economico che contraddistinsero la città all’inizio del XX secolo. La sua edificazione, che si svolse tra il 1910 e il 1914, fu il risultato di un’operazione complessa e ambiziosa voluta dalla grande compagnia assicurativa per dotarsi di una sede che ne qualificasse l’immagine e ne riflettesse la potenza. Il progetto fu affidato ai celebri architetti triestini Ruggero e Arduino Berlam, figure centrali nell’evoluzione architettonica della Trieste asburgica. Essi si aggiudicarono l’incarico a seguito di un concorso internazionale a inviti, indetto dalla RAS dopo aver acquistato e demolito diverse case esistenti in una zona strategica della città, tra l’allora Piazza Nuova (oggi Piazza della Repubblica) e il Corso.
Le scelte stilistiche dei fratelli Berlam non furono casuali, ma scaturirono da una profonda riflessione sul contesto storico e funzionale dell’opera. Come attestato nella relazione che accompagnava il progetto, gli architetti si orientarono verso un marcato gusto neorinascimentale, dichiarando di essersi ispirati ai grandi palazzi italiani del XVI secolo. Questa scelta non rappresentava una mera riproposizione di modelli del passato, ma una sintesi sapiente tra la solennità delle forme storicistiche e le esigenze razionali e strutturali imposte dall’edilizia moderna dell’epoca. Il risultato è una facciata dal disegno rigoroso, caratterizzata da una composizione simmetrica che evoca un senso di stabilità e autorevolezza, perfettamente in linea con il ruolo dell’istituzione che ospitava.
In questo contesto di grandezza programmata, il Marmo di Aurisina ha avuto un ruolo fondamentale, elevando il progetto a un livello superiore di monumentalità e di dettaglio. Da fonti interne della Cava Romana, risulta che per il rivestimento e le opere decorative, sia esterne che interne, furono impiegate oltre 5.000 tonnellate di questo pregiato materiale. La sua applicazione non si limitò a un mero ornamento, ma fu parte integrante del disegno architettonico. Le superfici di un grigio molto chiaro, con le loro eccezionali proprietà di durabilità e compattezza, conferirono all’intera opera una grandezza misurata e di notevole eleganza, contribuendo in modo decisivo a definire il carattere solenne del Palazzo e a esaltare la sua facciata principale. L’uso estensivo del Marmo di Aurisina testimonia un’epoca in cui la scelta del materiale lapideo era una dichiarazione di intenti, un modo per comunicare permanenza e prestigio.
Gli interni del palazzo, pensati per esaltare il potere e l’importanza della compagnia, sono un vero e proprio apparato scenografico. L’ingresso conduce a un sontuoso atrio dove, in origine, una preziosa cancellata introduceva a una galleria d’ingresso ricchissima. L’atrio stesso era sede di una fontana con un gruppo scultoreo di Giovanni Marin, aggiungendo ulteriore prestigio agli spazi. Sebbene l’edificio abbia subito una profonda riconversione in hotel, completata nel 2019, l’architettura dei Berlam e il sapiente uso del Marmo di Aurisina rimangono intatti, a testimonianza di come l’unione tra una visione architettonica di alto livello e un materiale d’eccellenza possa dar vita a un’opera che resiste al tempo e alle trasformazioni, celebrando non solo la storia di Trieste, ma anche il prestigio della pietra di Aurisina.