1906 – 1924
Il Palazzo della Banca Commerciale Italiana, oggi Galleria d’Italia, si erge maestoso in Piazza della Scala a Milano, configurandosi come un’imponente testimonianza dell’architettura eclettica di fine Ottocento e inizio Novecento. Il progetto, ideato dall’architetto e senatore del Regno Luca Beltrami in collaborazione con l’ingegnere Giambattista Casati, si distingue per il suo sapiente dialogo con le preesistenze urbane. Le sue forme, infatti, pur essendo eclettiche, si ispirano marcatamente al neocinquecentesco, evocando le armonie rinascimentali e la severità di un’architettura che evoca un passato glorioso. Questo approccio si manifesta nella facciata principale, che riprende la tripartizione del vicino Palazzo Marino, mentre il basamento in bugnato di granito lucido omaggia la sequenza di arcate del Teatro alla Scala. La scelta stilistica non fu casuale, poiché il neoclassicismo era percepito come l’ultimo degli “stili storici degni di tale nome” e offriva un senso di ordine, stabilità e prestigio perfettamente in linea con il ruolo di una grande istituzione finanziaria.
La storia costruttiva del palazzo si sviluppò in più fasi, superando le sfide del tempo e adattandosi alle crescenti esigenze della committenza. La prima, iniziata tra il 1906 e il 1907, si concluse con l’inaugurazione nel 1911. Tuttavia, il progetto di Beltrami non si fermò a quel momento, ma si evolse con significativi ampliamenti post-bellici. I documenti d’archivio testimoniano il lavoro di ampliamento che si svolse tra il 1923 e il 1924, in particolare con una sezione trasversale del salone che si estendeva verso Palazzo Brentani. Questo dimostra che il palazzo non fu un’opera statica, ma un organismo architettonico in crescita, che si adattò alle esigenze di un’istituzione finanziaria in rapida espansione. È plausibile che l’ingente fornitura di materiali sia stata impiegata in diverse fasi, con un picco di attività intorno al 1924, che segnò il completamento di una di queste fasi aggiuntive. La longevità del progetto di Beltrami e la sua evoluzione nel tempo rendono il Palazzo della Banca Commerciale Italiana un esempio emblematico di un’architettura che si adatta alle esigenze in crescita di un’istituzione di spicco, mantenendo al contempo un’unità stilistica e un’estetica di prestigio grazie all’uso continuo di materiali nobili.
La Cava Romana ha contribuito in modo determinante a questa lunga e complessa storia, fornendo oltre 7.000 tonnellate di Marmo di Aurisina. Questo pregiato materiale, noto per la sua durezza, compattezza e durabilità, fu impiegato per le opere decorative e i rivestimenti sia interni che esterni, unendo le diverse fasi del progetto in un’unità stilistica e materica. Il marmo, con la sua superficie liscia e la sua lucentezza, esalta la raffinatezza e la precisione dei dettagli scolpiti, cruciali nell’estetica eclettica. Oltre a essere un materiale da costruzione, il marmo di Aurisina diviene qui un vero e proprio strumento espressivo, capace di comunicare un senso di solidità e prestigio.
Il palazzo, oggi sede delle Gallerie d’Italia, non ha subito demolizioni significative, mantenendo intatto il suo splendore originale e la sua importanza come fulcro della vita finanziaria e culturale milanese. La sua architettura, che fonde passato e presente, testimonia la capacità di un’opera di adattarsi nel tempo, mantenendo la sua coerenza e maestosità grazie all’uso di materiali di altissima qualità come il marmo di Aurisina.