1922 – 1924
Il palazzo nel cuore di Milano, oggi sede di un’importante azienda, è un notevole esempio di come l’architettura storica possa essere rinnovata e adattata a nuove esigenze. L’edificio, originariamente eretto alla fine del XIX secolo, fu sottoposto a una profonda e radicale ristrutturazione nel 1922. L’intervento fu curato dall’architetto Stefano Lissoni e dall’ingegnere Giuseppe Mentasti, i quali operarono una trasformazione significativa per adattare il palazzo alla sua nuova funzione di sede di una Società Immobiliare, oggi in via Manzoni 9.
Il rinnovamento fu condotto in pieno stile Art Nouveau, o liberty, una corrente artistica che si distingue per le sue linee dinamiche e la raffinatezza delle sue decorazioni. Questo stile, che ha permeato ogni aspetto del progetto, ha conferito al palazzo un’estetica innovativa e ricercata, che ha sostituito il fascino originale della precedente architettura. La scelta di questo stile testimonia la volontà di proiettare un’immagine di modernità e dinamismo, pur rimanendo in un contesto storico prestigioso.
Per questo ambizioso progetto di rinnovamento, le fonti d’archivio della Cava Romana di Aurisina attestano che furono utilizzate oltre 3.000 tonnellate di Marmo di Aurisina. Questo materiale, noto per la sua eccellente qualità, durabilità e prestigio, fu impiegato sia per le opere decorative interne ed esterne, sia per la costruzione di alcune parti dell’edificio. L’utilizzo di un materiale di tale pregio per la costruzione e la decorazione del palazzo fu, verosimilmente, tra i primi del secolo a Milano, dando il via a una tendenza che avrebbe caratterizzato in seguito molte altre grandi opere nel capoluogo lombardo, come ad esempio la sede della RAS e la Stazione Centrale di Milano.
Il palazzo, da allora, mantiene con coerenza lo stile acquisito nel 1922, testimoniando la longevità dell’architettura milanese e la straordinaria resistenza del marmo di Aurisina. Sebbene la sua funzione sia cambiata nel corso del tempo, la sua bellezza e il suo valore architettonico sono rimasti intatti, rendendolo un punto di riferimento nel contesto urbanistico di Milano.