1929 – 1932
Esempio preminente della spinta modernizzatrice che investì Padova sul finire degli anni Venti, l’ampliamento del Palazzo Comunale con la nuova ala prospiciente Via VIII Febbraio costituisce un’operazione di grande rilievo. Si tratta di un coraggioso inserimento moderno in un palinsesto architettonico di inestimabile valore, sedimentatosi nel corso dei secoli, concepito come manifesto di prestigio civico e di una visione proiettata al futuro. L’opera, progettata dall’architetto Arnolfo Vaga, mirava a dotare la città di una sede municipale grandiosa, capace di interpretare lo spirito del tempo attraverso un linguaggio monumentale e classicista, tipico dello stile Novecento. Per materializzare questa visione, fu scelta la Pietra di Aurisina che ben incarnava al contempo nuova forza, nobiltà ma anche tradizione.
La realizzazione dell’edificio richiese una fornitura di eccezionale entità da parte della Cava Romana, per un totale di 2700 tonnellate di Marmo di Aurisina. Questa scelta non fu dettata da sole esigenze estetiche, ma fu un atto fondativo del progetto stesso. L’architettura di Vaga, infatti, basa gran parte della sua forza espressiva sul potente bugnato che riveste l’intera facciata, conferendo all’edificio un ritmo severo e una solidità quasi scultorea. Fu proprio la qualità della Pietra di Aurisina a rendere possibile la creazione di questo paramento, garantendo precisione nel taglio e una durabilità in grado di preservare nel tempo la nettezza dei volumi.
Oltre che per il caratteristico bugnato liscio, la Pietra di Aurisina fu impiegata per gli elementi più significativi del palazzo, come le cornici, il portale d’ingresso e gli ampi spazi interni di rappresentanza, creando una continuità materica che sottolinea il prestigio dell’istituzione. Il risultato è un’architettura che dialoga con la storia senza rinunciare a un’impronta decisamente moderna. Sebbene dal punto di vista storico-architettonico questa sezione del complesso sia correttamente identificata come l’ala Vaga, nel dopoguerra le fu attribuita l’intitolazione ufficiale di Ala Moretti-Scarpari, in onore di due figure centrali della storia cittadina del Novecento: il sindaco della Liberazione, Giuseppe Scarpari, e il vicesindaco Luigi Moretti.
Il nuovo Palazzo Comunale di Padova si afferma quindi come un esempio emblematico dell’architettura pubblica dell’epoca, in cui la visione del progettista e le qualità intrinseche del materiale raggiungono una sintesi perfetta. Le 2700 tonnellate di Pietra di Aurisina non sono un semplice dato quantitativo, ma la testimonianza tangibile di un’ambizione civica e la sostanza stessa di un’opera pensata per rappresentare la città nel tempo.
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