1925 – 1927
Nel contesto della monumentale ricostruzione di Reggio Calabria, seguita al devastante terremoto del 1908, la nuova sede della Banca d’Italia, edificata a partire dal 1925, si impose come uno dei più potenti simboli della rinascita urbana e dell’autorità dello Stato. Per un edificio di tale importanza, chiamato a infondere un senso di fiducia, stabilità e perennità in una città ferita, la scelta dei materiali fu un atto progettuale di primaria importanza. Fu in questo quadro che il Marmo di Aurisina, proveniente dalla Cava Romana, venne selezionato come elemento chiave per tradurre in forma costruita i valori di solidità e prestigio richiesti dalla committenza.
Il progetto, curato dall’Ufficio Tecnico della Banca d’Italia sotto la guida dell’ingegnere Biagio Accolti Gil, adotta un linguaggio architettonico solenne e magniloquente, che attinge al repertorio del Neoclassicismo e della grande architettura romana per affermare un’immagine di potere e sicurezza. Questa visione monumentale trovò la sua perfetta espressione materica grazie a un’imponente fornitura di oltre 1800 tonnellate di Marmo di Aurisina. Questo pregiato materiale non fu relegato a un ruolo meramente decorativo, ma divenne l’elemento costitutivo dell’identità dell’edificio, utilizzato estensivamente sia per le opere esterne che per quelle interne.
All’esterno, il Marmo di Aurisina definisce il carattere imponente della facciata, conferendole una gravitas classica e una durabilità capace di resistere al tempo. All’interno, lo stesso materiale riveste gli spazi di rappresentanza, creando ambienti austeri e solenni, perfettamente consoni alla funzione di un’istituzione finanziaria di tale levatura. L’edificio, tuttora esistente e operativo, è la testimonianza tangibile di come la qualità superiore del Marmo di Aurisina sia stata fondamentale per realizzare un’architettura che non è solo un contenitore di funzioni, ma un duraturo monumento alla resilienza di una città e alla stabilità delle sue istituzioni.
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