1938 – 1942
Il palazzo che domina Piazza Oberdan a Trieste, oggi sede del Consiglio Regionale e della RAI, è una delle più imponenti e significative opere di architettura del Novecento in città. Progettato dal duo di architetti Raffaello Fagnoni e Umberto Nordio e costruito tra il 1938 e il 1942, l’edificio fu concepito come un centro direzionale che doveva esprimere modernità e autorità attraverso il linguaggio del Razionalismo Monumentale. Per un’opera di tale scala e prestigio, la scelta del materiale per il rivestimento ricadde su quel marmo che da sempre, nel decoro, aveva contraddistinto l’anima stessa della città di Trieste, ovvero l’Aurisina.
La visione di Fagnoni e Nordio, già autori del coevo progetto per l’Università di Trieste, si tradusse in un’architettura di grande respiro, caratterizzata da una rigorosa scansione geometrica, da volumi potenti e da una torre che funge da fulcro dell’intera composizione. L’edificio non cerca il dialogo con le preesistenze storiche attraverso l’imitazione, ma si impone con un linguaggio autonomo e moderno, la cui forza è affidata interamente alla purezza della forma e alla qualità del materiale.
La Pietra di Aurisina, fornita dalla Cava Romana, è la protagonista assoluta dell’opera. Essa riveste integralmente le vaste superfici delle facciate, creando un paramento lapideo uniforme e luminoso che conferisce al monumentale complesso un carattere monolitico. Le lastre di pietra, сon la loro tonalità chiara e la loro compattezza, esaltano il disegno razionalista, sottolineando il ritmo delle aperture e la purezza delle linee. La scelta di questo materiale non fu solo estetica, ma rappresentò un legame indissolubile con il Carso e con la tradizione costruttiva locale, elevata qui a una scala monumentale.
Nato in origine come Casa del Fascio di Trieste, dopo la guerra, l’edificio ha saputo adattarsi a nuove e importanti funzioni civili e culturali, diventando sede delle massime istituzioni regionali e del servizio radiotelevisivo. Questa transizione è stata possibile grazie alla qualità intrinseca di un’architettura che, spogliata della sua originaria connotazione politica, ha rivelato la sua validità formale e la durabilità della sua materia. Il palazzo rimane oggi una testimonianza fondamentale del lavoro di Fagnoni e Nordio e un simbolo di come la Pietra di Aurisina abbia saputo interpretare le più alte ambizioni dell’architettura del XX secolo a Trieste.