1990
Nel grande panorama delle infrastrutture che hanno definito l’immagine moderna di Milano, la Linea 3 della Metropolitana, inaugurata nel 1990, si distingue non solo come opera di ingegneria, ma come un progetto di design unificato di eccezionale coerenza. La visione, riconducibile all’impostazione dello studio Albini, Helg e Noorda, mirava a creare spazi pubblici che fossero funzionali, esteticamente pregevoli e durevoli. Elemento chiave di questa filosofia fu la scelta di un unico materiale per conferire un’identità visiva a tutte le stazioni: il Marmo di Aurisina, selezionato nella sua specifica e resistente tipologia Granitello.
La decisione di utilizzare l’Aurisina Granitello per le pavimentazioni e i rivestimenti di un’intera linea metropolitana fu una scelta tanto ambiziosa quanto lungimirante. Si cercava un materiale che potesse garantire un’altissima resistenza all’usura in un ambiente ad altissimo traffico, ma che al contempo conferisse agli spazi un’eleganza sobria e funzionale. Il Granitello, con la sua grana compatta, la sua luminosità e la sua tenuta, rispondeva perfettamente a queste esigenze, divenendo lo sfondo perfetto per il celebre sistema di segnaletica progettato circa trent’anni prima da Bob Noorda.
La realizzazione di un’opera di tale portata richiese uno sforzo produttivo corale che mobilitò l’intero distretto estrattivo del Carso triestino. La vastità della commessa fu gestita attraverso una sinergia industriale strategica: la Cava Romana collaborò strettamente con la Pizzul Marmi, un’altra realtà estrattiva di primo piano, la cui storia si sarebbe poi intrecciata con la gestione della Cava Romana stessa. Questo raggruppamento di forze, che incluse anche altre aziende del paese di Aurisina, fu essenziale per garantire l’enorme fornitura di materiale richiesta dal cantiere.
Oggi, a decenni di distanza, le stazioni della Linea 3 testimoniano la validità di quella scelta. Il Marmo di Aurisina ha resistito magnificamente al tempo e all’intenso utilizzo, mantenendo intatta la sua qualità. Rappresenta un caso esemplare di come un materiale naturale come l’Aurisina Granitello possa definire l’identità di un’infrastruttura pubblica, elevandola da semplice luogo di transito a esempio di design civico e di eccellenza costruttiva italiana.