1949 – 1956
Nel secondo dopoguerra, in una Milano in piena ricostruzione e fermento economico, la SNIA Viscosa commissionò una nuova, prestigiosa sede direzionale, diversa e successiva rispetto alla celebre torre degli anni Trenta. L’edificio, situato in Corso di Porta Nuova 15, fu progettato da due importanti figure dell’architettura milanese, Piero Portaluppi e Gualtiero Galmanini, e costruito tra il 1949 e il 1956. Quest’opera si inserisce in un contesto di rinnovato classicismo monumentale, interpretato secondo la sensibilità del dopoguerra. Per conferire all’edificio l’aspetto autorevole e moderno richiesto, fu scelto, come già in precedenza in altri lavori di Portaluppi, il Marmo di Aurisina.
La visione di Portaluppi e Galmanini per la nuova sede si tradusse in un’architettura rigorosa e simmetrica, la cui forza espressiva è affidata alla purezza dei volumi e al ritmo costante della facciata. Il progetto prevedeva un edificio imponente ma elegante, dove la qualità del materiale di rivestimento avrebbe giocato un ruolo fondamentale nel definirne il carattere. La Pietra di Aurisina, fornita dalla Cava Romana, fu impiegata per il rivestimento dell’intera superficie esterna, creando un paramento lapideo omogeneo e luminoso.
Le lastre di Pietra di Aurisina scandiscono la facciata con un disegno regolare, esaltando il gioco di pieni e vuoti e conferendo all’edificio un’eleganza misurata e atemporale. La scelta di questo materiale non fu solo estetica, ma anche un simbolo di continuità con la grande tradizione costruttiva italiana e una garanzia di durabilità. La sua superficie compatta e resistente era ideale per un edificio di rappresentanza destinato a segnare il panorama urbano di una delle arterie principali della città.
Il palazzo per uffici della SNIA Viscosa di Portaluppi e Galmanini rimane quindi una testimonianianza significativa dell’architettura corporate del secondo dopoguerra. Dimostra come la Pietra di Aurisina, materiale dalla storia secolare, sia stata in grado di interpretare anche il linguaggio del modernismo post-bellico, confermando la sua eccezionale versatilità e il suo status di materiale d’eccellenza per i progetti più prestigiosi.